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I vestitini

Hai sognato di vestire il tuo bambino prima ancora che nascesse: alcune mamme già da subito non riescono a resistere all'acquisto del corredino, altre aspettano invece quasi la fine della gravidanza...

4 mins lettura Feb 12, 2016

Prima domanda: ma cosa metterà alla nascita? In clinica una segretaria dall'aria indifferente ti ha consegnato la lista, tu l'hai letta dieci volte di seguito - otto pigiamini, tre coprifasce di lana, cinque paia di calzini o scarpine di lana, tre berretti  - poi hai chiamato tutte le tue amiche che ci sono già passate per fartela tradurre in una lingua comprensibile.  Ma è stato peggio: «non comprare MAI niente taglia 0», «NON acquistare tutine da», «compra SOLO 3 taglie mesi», «NIENTE lana», «NON comprare capi sintetici», ecc.
Nonostante tutto, un bel giorno hai ceduto alla tentazione di fare shopping. Rientrata a casa con il bottino che hai sparso sul letto, hai vacillato per un attimo davanti a quel minuscolo pigiama, a quel body in miniatura, a quel berretto da pulce. All'improvviso hai avuto la visione del piccolo, così tenero e minuto, con addosso i suoi vestitini.

Dall'antichità fino al XX secolo i neonati sono stati fasciati

Il tuo piccolo è fortunato: non conoscerà le fasce che hanno costretto intere generazioni. Per molto tempo, infatti, quest'usanza è stata una vera e propria tortura: il neonato veniva avvolto, con le gambe allungate e le braccia aderenti al corpo, in un panno di stoffa e in fasce che lo immobilizzavano completamente. In più la sua testa veniva mantenuta diritta con un berretto stretto, il piccolo non poteva girarla.
All'origine di questa pratica c'era la preoccupazione di mantenere il piccolo al caldo e di proteggerlo dalle malattie, ma soprattutto la convinzione che fosse necessario irrigidire il suo corpo ancora molle e informe affinché crescesse bene. Con le sue gambine piegate, la testa che ondeggia e la schiena flessibile il neonato era considerato come decisamente incompleto: affinché prendesse l'aspetto di un uomo bisognava modellarlo, metterlo dritto.
Soltanto in epoca illuministica, nel XVIII secolo, alcuni medici hanno gridato allo scandalo. Cominciò così il movimento di liberazione dei neonati, lento ma inesorabile. Era iniziato il cammino verso i nostri fantastici corredini.

Dare colori al bambino: un'invenzione recente

Un tempo i bambini non avevano diritto ai colori, i loro vestiti erano realizzati con pezzi di tessuto dalla tinte neutre. Ad eccezione dei nastri, che erano rosso sangue, il colore della vita: simboli destinati a proteggere i piccoli, così fragili.

Quando il corredino fa la sua comparsa, nel XIX secolo, s'ispira ai codici dell'abbigliamento femminile. Sulle foto color seppia, tutti i bambini dell'inizio del secolo vestono lunghi vestiti bianchi di pizzo. I maschietti portavano capelli lunghi e nastri, non si distinguevano dalle femminucce. Dopo il bianco, che per anni ha primeggiato essendo il colore dell'innocenza, negli Anni '30 trionfano il rosa e il blu. Si comincia finalmente a realizzare, per i piccoli, dei vestiti morbidi e comodi, come i coprifasce e i pagliaccetti. Oggi non ci sembra vero, ma nel 1957 la principessa Grace di Monaco diede scandalo vestendo sua figlia Caroline di giallo paglierino.

Vestirlo significa anche proteggerlo

Spesso abbiamo una copertina preferita, nella quale abbiamo avvolto prima uno, poi due bambini... Poi accade anche di ereditare il coprifasce realizzato a punto a grana di riso da nostra mamma. I vestiti dei nostri bambini, intessuti di ricordi e fatti per proteggere dalle intemperie, sono tutt'altro che semplici capricci della moda o frivolezze.
In Bolivia le mamme tessono per ogni bambino la faja, la cintura che tiene su il pannolino del bambino, realizzata nei colori che preferisce: rosso per la fortuna, verde per l'abbondanza dei raccolti e la fertilità. La faja, un indumento protettivo destinato a sostenere e consolidare il corpo, è un oggetto unico e personale che accompagna ogni individuo dalla nascita alla morte. Gli adolescenti la portano in vita, gli uomini l'arrotolano attorno all'addome quando svolgono lavori difficili e le giovani donne vi si cingono la pancia quando sono incinte...