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Sorrisi e pianti del bambino: ma cosa vuole dirci?

Quando agita gioiosamente i piedini e le manine, ci regala un sorriso fino alle orecchie o piange a dirotto nel suo lettino, cosa vuole dirci? Ecco un piccolo corso d'interpretazione per padroneggiare il vocabolario del tuo bambino.

3 mins lettura Feb 24, 2016

Sin dalla nascita il neonato si esprime con sguardi, sorrisi, balbettii o gesticolando in tutti i sensi. Nel giro di qualche settimana perfezionerà il suo "linguaggio" per farci capire cosa vuole, cosa prova. E i genitori scoprono con sorpresa e felicità fino a che punto il loro bimbo è un comunicatore assiduo.

Sorrisi che la dicono lunga...

Quando il piccolo sorride non è solo per dirti che sta bene. Il sorriso esprime infatti numerose e diverse emozioni

  • Il "sorriso beato" è un riflesso innato nei neonati e si verifica, ad esempio, quando il piccolo si addormenta dopo una bella poppata... riflette un benessere fisico. Ogni volta che lo fa lo trovi irresistibile, vero?
  • Il sorriso con gli occhi che brillano evoca la gioia, la gratitudine. Un po' come se il piccolo ti stesse dicendo: "Mi piace quando ti prendi cura di me, grazie!".
  • Quando sorride agitando mani e piedini, invece, vuol dire qualcosa come: "Ti riconosco e mi piace stare con te".
  • A partire dai 4 o 5 mesi il sorriso si trasforma in risate a crepapelle. Il piccolo scoppia a ridere quando gioca o quando lo fai divertire facendo delle smorfie, delle mosse buffe o dei suoni bizzarri. Lui adora questi momenti di condivisione e sa come ripagarti!

Ma perché piange?

Per un bambino piccolo, il pianto è in tutto e per tutto un linguaggio. Lasciaglilo fare, perché è così che comunica con te. Ascoltalo: ha un sacco di cose da dire...

  • Quando il suo pianto aumenta d'intensità ed è associato a suoni stridenti, potrebbe avere fame.
  • Quando mugugna è probabilmente perché ha voglia di dormire.
  • Se il suo pianto è improvviso, penetrante e acuto, è un segnale di allarme perchè potrebbe essere associato a dolore.
  • Quando si mette a gridare forte e diventa tutto rosso, manifesta la sua collera o la sua frustrazione.
  • Se piange di continuo a fine giornata, sempre alla stessa ora, si tratta del famoso "magone della sera". Queste crisi lo aiutano ad adattarsi al nuovo ritmo veglia/sonno e a scaricarsi dalle emozioni della giornata.

Gesti pieni di significato

A partire dai 6 o dagli 8 mesi il piccolo incomincia ad utilizzare alcuni gesti per farsi capire. Attira l'attenzione su di sé nascondendosi il viso con le mani, si stropiccia gli occhi per dire che ha sonno, indica col dito per "chiedere un oggetto", tende le braccia per essere preso... I suoi piccoli gesti, sempre più numerosi e complessi, formano un vero e proprio linguaggio. Un modo di parlare ancora prima di aver acquisito il linguaggio verbale.

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